Nel dibattito sulla gestione dei rifiuti urbani, la quantità non basta più. Raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata è importante. Tuttavia, la vera misura del successo è la qualità della raccolta.
Una raccolta pulita, priva di contaminazioni, permette un riciclo efficace e riduce i costi di trattamento. Al contrario, una raccolta “impura”, con materiali errati o contaminati, può compromettere l’intero sistema. Aumentano così costi, inefficienze e rischi di non conformità normativa.
Perché la qualità della raccolta urbana è fondamentale
Quando la raccolta è fatta con criteri elevati di qualità, i rifiuti arrivano agli impianti già pronti per il riciclo. Questo riduce gli scarti, diminuisce la necessità di selezione e velocizza i processi. I materiali hanno maggiore valore commerciale. Se la raccolta è contaminata, invece, si generano sprechi e costi più alti. L’inefficienza si ripercuote su tutto il ciclo di gestione dei rifiuti.
Per le aziende di raccolta, una qualità elevata significa processi più snelli, maggior recupero di materia e ricavi migliori. Inoltre, i rischi normativi sono ridotti.
Per i comuni, una raccolta di qualità comporta costi minori, impatto ambientale ridotto e servizi migliori ai cittadini. Aiuta anche a realizzare modelli di smart city e economia circolare.
La qualità della raccolta urbana è fondamentale anche per rispettare le normative europee e nazionali. Non basta raggiungere percentuali di differenziata. Le frazioni raccolte devono essere effettivamente riciclabili e prive di impurità. Ad esempio, se l’organico contiene plastica, metalli o vetro, il suo valore come materia prima secondaria diminuisce.
Impatto sulle aziende di raccolta
Per le aziende che gestiscono i rifiuti, la qualità è sinonimo di efficienza operativa. Una raccolta contaminata comporta:
-
Maggiori tempi di lavorazione in impianti e centri di selezione
-
Riduzione dei materiali riciclabili, con conseguente perdita di valore economico
-
Rischi di non conformità normativa e possibili sanzioni
Impatto sui comuni
Per i comuni, una raccolta di bassa qualità:
-
Compromette gli obiettivi di sostenibilità e economia circolare
-
Aumenta i costi legati a smaltimento e gestione dei rifiuti
-
Riduce la fiducia dei cittadini e l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione
Cos’è la contaminazione dei rifiuti
La contaminazione avviene quando materiali diversi vengono gettati insieme in modo scorretto. Plastica nell’umido, vetro nel multimateriale, residui organici nella carta: ogni errore mina la qualità dell’intero processo.
Secondo il Consorzio Italiano Compostatori (CIC), nel 2023 la purezza media della frazione organica raccolta in Italia era del 93,6%, con una quota di impurità pari al 6,4%. Un dato che, pur positivo, indica quanto la contaminazione resti un problema concreto anche nei territori più virtuosi.
Le conseguenze sono tangibili: più scarti negli impianti, aumento dei costi di selezione e smaltimento, minore qualità dei materiali riciclati e rischio di respingimenti da parte dei consorzi di filiera. Inoltre, un materiale contaminato perde valore economico e riduce la redditività dell’intera filiera.
Monitorare la qualità dei rifiuti: obbligo normativo e vantaggio competitivo
Il tema della qualità dei rifiuti è parte integrante del quadro legislativo italiano ed europeo.
A livello nazionale, il D.Lgs. 152/2006 stabilisce che la raccolta deve favorire il riciclaggio e il recupero di materia. La prassi UNI/PdR 123:2021, sviluppata da UNI insieme al CIC, definisce metodi per misurare la qualità della frazione organica destinata a compostaggio e digestione anaerobica, indicando limiti chiari per la presenza di materiali non compatibili.
Sul piano regolamentare, l’ARERA con la delibera 15/2022/R/RIF e successivamente con la 450/2024/R/RIF, ha posto l’accento sulla necessità di monitorare e migliorare la qualità della raccolta come parametro di efficienza del servizio.
In sintesi, la qualità non è più un valore aggiunto: è un obbligo operativo, economico e ambientale.
La Waste Quality Map: l’AI al servizio della qualità dei rifiuti
Per rispondere a queste esigenze, NANDO ha sviluppato la Waste Quality Map, una soluzione digitale che permette di monitorare la qualità dei rifiuti in tempo reale.
Un camion dei rifiuti dotato di telecamera AI non solo registra la quantità raccolta, ma analizza la qualità di ogni cassonetto. Ogni svuotamento diventa un dato concreto: l’intelligenza artificiale riconosce gli errori di conferimento, misura il livello di contaminazione e genera mappe di performance territoriali.
Grazie a queste informazioni, comuni e aziende possono individuare le zone più problematiche, pianificare azioni mirate di miglioramento e ottimizzare i percorsi e le risorse.

Comuni e aziende hanno oggi l’opportunità di trasformare la gestione dei rifiuti in un sistema davvero data-driven. La Waste Quality Map di NANDO rappresenta un passo concreto verso questa direzione.
E tu, sei pronto a migliorare la qualità della raccolta nel tuo territorio?
Rimani connesso: visita la nostra pagina LinkedIn per rimanere sempre aggiornato.
O scopri di più prenotando una call con uno dei nostri Sustainability Experts.



